

Diodoro Siculo racconta che i pellegrini provenienti da tutta la Sicilia giungevano nella valle alla base della Rocca, detta giardino di Enna. Salendo il pendio incontravano vari sacelli e altari sparsi lungo il percorso. Il cammino, che andava dall'attuale Grotta dei Santi fin su al tempio, saliva lungo un sentiero dove la roccia trasudava acqua e i pozzetti permettevano le funzioni votive di purificazione. Si proseguiva verso il tempio che sorgeva in cima a una valle erbosa ricoperta di viole e altri fiori di molte specie degni della dea. Dopo 2500 anni, i rover e le scolte del gruppo scout Enna 1, propongono questa antica strada al "pellegrino contemporaneo".
La bellezza del percorso, oltre che nella natura che ti assale ad ogni passo, sta nella possibilità di tuffarsi nel Mito del Ratto di Proserpina, figlia di Cerere, rapita da Plutone e trascinata nel tetro regno delle ombre sul carro di Ade.
Salendo lungo la Via Sacra, la prima civiltà di cui è possibile imbattersi saranno i Bizantini, che lasciarono una testimonianza tangibile della loro presenza con gli affreschi ritrovati nella Grotta dei Santi.
La grotta è costituita da un vano quadrato con la caratteristica deformazione "a ventaglio" per ottenere una maggiore illuminazione delle parti più interne; gli affreschi interessano solo l'aula ed il nicchione sinistro. Si intravedono 5 figure: Cristo ed i Santi. Di tutti gli affreschi ce ne sono 2 che colpiscono: la faccia del Cristo Pantocratore, il cui volto, ben conservato, ha una rara ed indimenticabile forza espressiva; la testa di S. Nicola, l'unico santo identificabile da una scritta.




Inoltre gli Arabi lasceranno come testimonianza del loro passaggio un sistema di canalizzazione delle acque della contrada, utile per irrigare i campi.
Dopo più di due secoli il sistema sarà modernizzato dai Normanni con una serie di cisterne per la lavorazione del cuoio.
Continuando il percorso si potranno ammirare i resti di una chiesetta di epoca Romana di cui oggi ne rimangono soltanto le mura portanti. La piccola basilica sorse sui resti dell'ancora più antica sala dei banchetti, utilizzata in epoca greca per i sacrifici animali alla Dea Cerere.
Sempre greche sono le edicole votive che circondano l'area della chiesa, dove un tempo dovevano risiedere le statuette in onore alla dea delle messi.
Alla fine del percorso si arriverà alla Rocca di Cerere, sede dell'antico e noto tempio dedicato a quest'ultima, famoso in tutto il mondo antico.